Non essendo ancora partita per il mare, e non potendo quindi scrivere sulla sabbia, ho cercato un altra soluzione di scrittura effimera: chi non ha mai scritto sui finestrini appannati dell'auto in inverno? O tra le goccioline sulle pareti della doccia? Si possono dire davvero effimere quelle parole, se dopo settimane di oblio riappaiono come per magia sotto una nuova luce strappando un sorriso?
Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot
illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni