UN ANNO DI POESIA

31 luglio: ricordo sulla lingua

Questa non è una poesia, è uno dei tanti ricordi di una storia d’amore, di una gita a Cesena in cui per una volta (capita raramente!) toppammo nella scelta del ristorante: prezzi alti e porzioni piccole, per noi troppo gourmet! Ormai seduti scegliemmo insieme, come sempre, due piatti da dividere, per assaggiare il più possibile, e andò più o meno così:

-«Dai, spendere per spendere, assaggiamo le capesante!»

-«Ci sta, non le ho mai assaggiate! Le prendi tu? Io prendo questo tentacolo in salsa di peperone, ne mangiamo metà e poi scambiamo!»

…e mi accorsi troppo tardi che la capasanta che avevo mangiato per prima era l’unica presente nel piatto.

Inutile dire che, dopo quella volta, ci sono state capesante in quantità per tutti, sempre accompagnate dalla dovuta frecciatina romantica. Eppure la cosa più incredibile resta che, dopo tanti anni e tante capesante condivise, quello che mi si risveglia sulla lingua è il sapore del tentacolo di polpo in salsa di peperone.

Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot

illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni

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