Come può una poesia andare contro se stessa e fare la rivoluzione? Io ci ho provato così: spogliandola di tutti gli estetismi (anche quelli essenziali!) e privandola dell'armonia, del ritmo, della musicalità. Potrebbe in questo modo perfino un componimento di Emily Dickinson (Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi, poesia 919) non sembrare più poesia? Oppure potrebbe essere nuova poesia, uno scheletro di versi a cui ciascuno può dare la pelle che preferisce?
Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot
illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni