La manipolazione di oggi richiede un espediente grafico (che nel corso di questa esperienza ho ben imparato a utilizzare e ad amare) perché si tratta di una manipolazione uditiva: quanto possono cambiare l’intensità di un testo e il suo impatto emotivo sul pubblico soltanto giocando con il volume di voce? Immaginate di sussurrare all’orecchio di un amante una promessa e poi di urlare le stesse parole a squarciagola da un terrazzo al quarto piano, può cambiare anche il loro significato?
Questa mia poesia dell’11 marzo mi è sembrata perfetta per questo gioco, in cui il volume di voce si abbassa gradualmente placando anche la protagonista lingua velenosa. E se provassi a giocare al contrario…?
Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot
illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni