UN ANNO DI POESIA

14 giugno: il mio scrivere

È strano e provvidenziale che questo esercizio di riflessione sulla mia esperienza di scrittura arrivi proprio dopo una lunga pausa obbligata.

Mi ha fermato una forte otite ad aprile per quindici giorni e ho passato tutto maggio a rincorrere casa, famiglia e lavoro con la sensazione di avere fallito, ancora una volta, nel portare avanti con costanza e regolarità qualcosa a cui tenevo.

Un fatto su tutti mi impediva di ricominciare: l’esercizio che mi aspettava, per primo, non mi attirava per nulla e, anzi, mi faceva passare la voglia di rimettermi a scrivere.

Mi sono detta che sì, potevano esserci giorni in cui mi andava di scrivere e altri no, esercizi per me più stimolanti e altri assolutamente noiosi, che avrei avuto di volta in volta il giusto tempo o un’incredibile fretta per perseguire il mio obiettivo…ma che per non fallire avrei dovuto semplicemente accettare di non essere sempre soddisfatta del mio lavoro e soprattutto smettere di impormi dei limiti per paura di come potesse giudicarmi chi mi leggeva. Che poi, chi mi legge in realtà?

È così che mi sono rimessa sulla strada, raccogliendo ogni giorno lungo il cammino un pizzico di libertà di espressione in più.

Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot

illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni

13 giugno: da meno di un anno

Da profana della poesia ho iniziato come sempre con una ricerca in internet per scoprire raccolte recenti e nulla mi è sembrato più adatto delle ultime candidate al Premio Strega Poesia 2024. Proiettata in realtà sulla scelta di Mappe senza una terra di Antonio Bux, incuriosita dall'originale titolo, sono solo per caso incappata nella copertina dell'edizione Giulio Einaudi in questo estratto di L'erba di nessuno di Enrico Testa...e me ne sono istantaneamente innamorata.

calpestato sui crocevia,
s'abbassa esita poi tira su la testa.
Resiste a ogni angheria.
Strappato, di lui resta
- là sotto, nel profondo buio -
un pezzetto di radice
che rigermoglia
tra pietra creta limo e carestia.

Mi è sembrata una poesia così vicina a me e alla mia esperienza, così improvvisamente densa di significati anche solo nel titolo, che ne ho portato una grande parte nella mia antologia e lascio qui giusto un tratto delle diverse pagine che l'autore occupa tenendoci come d'incanto incollati alla vita straordinaria di un semplice, umile e tutt'altro che raro tarassaco.

Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot

illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni

12 giugno: dubbi esistenziali

Per tanto tempo mi sono chiesta tra me come si prendessero due piccioni con una fava e alla fine, un giorno, ho capito.

Ci sono invece domande che rimarranno per sempre senza risposta: perché è così difficile avere rispetto dei luoghi che viviamo? Perché una cosa così semplice come tenere in tasca un pacchetto vuoto di sigarette fino a quando non si incontra un cestino (per non parlare di quando quello si trova a un passo da te!) può diventare così difficile? Chi getta i rifiuti per strada, o peggio, in mezzo al sentiero nel bosco, cosa pensa quando vede quelli abbandonati da altri?

C'è una cura a questa malattia? Io metto questo dubbio in poesia.

 

Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot

illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni

11 giugno: solo risposte

Contano più le domande o le risposte? E conservano il loro senso l'una senza l'altra? Ci sono risposte sbagliate? Valgono tutte oppure no?

Questa poesia non è del tutto mia: è il lontano ricordo di un corso di formazione sulla comunicazione non violenta che da anni ho nel cuore, perché mi ricorda che ci si può amare profondamente anche se si è tutt'altro che simili e sempre in accordo, che l'unica risposta sensata alla domanda "Mi ami?" è "Quando?"

Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot

illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni

10 giugno: poesia dialogo

Si potrebbe dialogare di tante cose importanti, io provo a farlo in stile Rodari (forse troppo?) con un po' di leggerezza e fantasia.

A volte le domande possono avere risposte sorprendenti.

Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot

illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni

9 giugno: poesia interrogativa

Ho sempre tante domande, ma un poesia metto quelle fondamentali.

Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot

illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni

7 giugno: traduzione inventata

Non conosco mezza parola in Danese, ma questa voce così dolce e questa lingua così dura mi hanno parlato di una storia femminista, di un fiore che sembra fragile ma sfida il mondo a testa alta e, anche quando viene reciso, ha ormai sparso il suo seme.

Ascoltare per credere.

Jeg skutter mig di Signe Gjessing

P.S.: mi affido di nuovo al caro google e scopro che no, non parla di un fiore. Eppure qualcosa di femminista, in fondo, lo ha.

Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot

illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni

8 giugno: dal traduttore google

Dopo l'inglese, lo spagnolo, un po' di francese e qualche parola swahili oggi provo una lingua inesplorata: il greco, la lingua dei filosofi.

Mi perdoni Socrate, chiuda gli occhi Platone perché ho usato Google traduttore. Il tema è venuto da sé.

Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot

illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni

6 giugno: traduzione no

Più che una poesia in dialetto svizzero questi versi mi sembrano l'intervista a un muratore bergamasco, a tratti un'imprecazione spagnola con una punta di ramanzina francese.

A una rilettura più attenta si potrebbe dire che parli invece di foglie e frutti, di una qualche paziente attesa. Be', a meno che qualcuno non conosca il romancio non lo sapremo mai.

Quel che è certo è che se una traduzione può svelare un significato, di certo non potrà mai mantenere intatta la musicalità, il ritmo, l'intenzione originale.

Ogni poesia è fatta per i suoi lettori.

Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot

illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni

5 giugno: traduzione sì

La traduzione di una poesia può darci tanto.

A parte il fatto che non avremmo mai saputo cosa dicesse questa poesia innu (e a parte il fatto che non sapevo che esistesse una lingua innu), possiamo imparare molto da queste poche righe di una lingua sconosciuta: alcune parole, certamente, ma alche alcune ricorrenze grammaticali come la fusione di verbo e complemento (Ninan = noi, quindi Uitshinan = aiuta noi) o di nome e aggettivo (Nit = nostri, quindi presumibilmente einana =sogni, tinniunniana = vite, assinan = territori). 

Una moderna Stele di Rosetta.

Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot

illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni

CREA INSEGNA

Qui troverete:

  • il racconto delle esperienze di una maestra che non vuole smettere mai di imparare dai suoi piccoli alunni e dal loro sguardo speciale sul mondo;

  • le mie proposte didattiche meglio riuscite e quelle che ho "rubato" e fatto mie adattandole al mio stile;

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